L'avvento di apparecchi fotografici digitali, piccolissimi o enormi,dotati, i secondi, di obiettivi di lunghezza spropositata, e l'apparire di tablet(s) e smartphone(s) pronti per la fotografia, mi hanno convinto a fermarmi varie volte in Piazza del Duomo, a Firenze, per riprenderne gli utilizzatori. Esperienza divertente e interessante.Emerge, all'esterno, un'intima esclamazione da parte di molti:" Porca miseria, non c'entra!". Il Duomo, intendono.Ecco perché molti finiscono in posizioni almeno singolari. Esiste anche una sorta di "misticismo" di coloro che, fotografando con tablet(s) o smartphone(s), assumono atteggiamenti inediti, alzando le braccia al cielo, alla ricerca di un'inquadratura, invocando il Dio Grandangolo, assente o inesistente.
Rivedendo gli scatti, scopro di aver inquadrato bellissime ragazze, anziani e bambini, tutti legati allo stesso filo: la passione per la fotograia, o solo il desiderio di un ricordo. Li accomuna anche la ripetitività delle posizioni, una sorta di Kamasutra dell'immagine, praticato senza pudore. Resto del parere che fotografare con un telefono sia un'aberrazione, farlo con un tablet, una perversione, e, come al solito, rimpiango il rullino e la camera oscura. Ma così è molto più facile, lo ammetto!
P.S.Questa mia operazione non contrasta con la dichiarata difficoltà ad avvicinare i soggetti da fotografare. Chi scatta una foto è totalmente preso dall'inquadratura e non si cura, almeno in quel momento, di chi è nei pressi. Solo un soggetto, per la verità, mi ha notato, dimostrando scarsa soddisfazione per la mia iniziativa. Sarà facile individuarlo, tra le varie foto.